Si chiama
Wilson Raj Perumal, ha 45 anni, un passaporto di
Singapore (anche se in passato si è spacciato per cittadino della Malesia o dello Sri Lanka) e ha vissuto a lungo a Londra, prima di stabilirsi in Finlandia dove è stato arrestato lo scorso 25 febbraio. È lui, la “gola profonda” dell’inchiesta sul calcioscommesse che davanti agli inquirenti di
Cremona ha ricostruito il meccanismo delle partite truccate, i flussi di denaro e i legami tra calciatori, dirigenti e scommettitori asiatici.
Del suo passato si sa poco o nulla, se non che nel suo Paese d’origine lavorava come broker e che emigra in Inghilterra nel 2009 perché inseguito da un mandato di cattura della polizia di Singapore: aveva investito un poliziotto con la sua automobile.
Sempre a Singapore, tra il 1985 e il 2008, aveva in realtà già accumulato 13 condanne per quella che diventerà la sua specialità: truccare partite di calcio. E naturalmente scommettere sul risultato dei match “accomodati” per guadagnare somme illecite.
Con la stessa qualifica di broker e un presunto lavoro nella city si presenta alla comunità cingalese di Wembley, dove adotta il nome di Rajamohan Chelliah e non fa mistero della sua passione per il calcio e per lo sport in genere. C’è chi ricorda di averlo visto scommettere sugli incontri di cricket presso un bookmaker locale.
Ma la passione di Wilson Raj Perumal restano i giri grossi: è per questo che, probabilmente, pochi mesi dopo lascia la Gran Bretagna (dove avrebbe tentato invano di farsi rilasciare un passaporto con un terzo nominativo) e si stabilisce in Finlandia. Il campionato di calcio locale è poco competitivo e poco monitorato, ma pullula di calciatori africani e asiatici non impossibili da corrompere.
Nel giro di pochi mesi la massima serie inizia a pullulare di partite sospette come mai era accaduto prima e contemporaneamente gli allibratori asiatici accettano puntate sempre più consistenti su partite insignificanti come Tampere-Rovaniemi.
Troppo perché le autorità non decidano di indagare. Così all’inizio dell’anno scoppia la Calciopoli nordica. Le ipotesi della federcalcio e dei giudici finnici sono pesanti: organizzazioni criminali asiatiche avrebbero ricavato milioni di euro corrompendo almeno nove giocatori. Il Tampere, ex campione nazionale, viene sospeso per non aver saputo giustificare un bonifico da 435mila dollari (323mila euro) da una società di Singapore. In cella finiscono calciatori, allenatori, arbitri. E anche Wilson Raj Perumal, accusato di essere il terminale di bookmakers e capitali sporchi nel calcio.
Sembra finita qui, con uno scandalo di dimensioni piuttosto contenute. Ma quando la polizia finlandese controlla telefonate e movimenti bancari dell’uomo, scopre che nel suo database ci sono migliaia di calciatori e dirigenti sparsi tra Europa, Africa e Asia.
Pochi giorni bastano per collegare il nome di Perumal ad altri due incontri nazionali sospetti giocati nel 2009 dall’altra parte del mondo: l’amichevole Togo-Bahrain e il match di coppa d’Asia Malesia-Siria. In cella a Helsinki, a un mese dall’arresto il misterioso intermediario sceglie a sorpresa di collaborare con gli inquirenti. Ce n’è abbastanza perché le federazioni calcistiche e le procure di tutto il mondo inizino un pellegrinaggio senza precedenti verso la Finlandia.
A giugno, poco dopo la prima tranche di arresti dell’inchiesta “Last bet”, volano verso Nord anche gli inquirenti di Cremona. È anche grazie alla testimonianza di Perumal e all’aiuto della polizia di Helsinki, come hanno ribadito nella conferenza stampa di oggi, che sono riusciti a ricostruire il quadro emerso solo in parte sei mesi fa. Ma l’indagine, naturalmente promette ulteriori sviluppi. Non solo in direzione dell’Asia.