venerdì 31 agosto 2012

Bendtner, scherzi a parte.!!!!!!!!!!!!



Diciamo la verità: se il primo giugno, giorno di apertura del mercato, ci avessero detto che il 'colpo' in attacco della Juventus sarebbe stato Nicklas Bendtner, ci saremmo fatti una risata e poi avremmo detto: "No, dai, a parte gli scherzi, chi è che arriva?". E invece è andata proprio così: abbiamo sognato Higuain, ci siamo illusi con Van Persie, Suarez, Cavani e Jovetic, abbiamo sfiorato Destro e Pazzini e ripensato a Dzeko, ma niente. Poi abbiamo ripiegato su Llorente e ci è andata buca anche lì, per arrivare infine, dopo la tragicomica vicenda Berbatov, a ingaggiare il 24enne attaccante danese.

Bendtner, scarto dell'Arsenal, un figlio con la baronessa danese Caroline Luel-Brockrodff (lui aveva 21 anni, lei 34), per la Juventus è peggio che un ripiego. E' l'ultima ridotta di una campagna trasferimenti che, dichiaratamente, aveva nel grande attaccante il suo obiettivo numero uno. Qualcosa, dunque, non ha funzionato, anche se è difficile trovare un'unica causa per il mancato arrivo di un bomber di livello internazionale. Sembra troppo semplicistico, in ogni caso, dare la colpa alla crisi del calcio italiano e al suo appeal in caduta libera, oppure ai (presunti) condizionamenti derivanti dal processo sportivo a carico di Antonio Conte. In realtà, c'è la sensazione che gli uomini mercato della Juventus non avessero fin dall'inizio le idee troppo chiare, e che abbiano seguito troppe piste senza però privilegiarne una con decisione e costanza. Tanti obiettivi, nessun obiettivo, verrebbe da dire.

lunedì 13 agosto 2012

I segreti di Usain Bolt


Ecco come e perché Usain Bolt è l'uomo più veloce della terra ed è entrato nella storia dello sport.






Usain Bolt è entrato nella storia dello sport. E ci è entrato come solo lui sa fare: correndo più veloce di tutti gli altri. È il primo atleta a vincere l’oro per due edizioni consecutive (Pechino 2008 e Londra 2012) sia nei 100 metri che nei 200 metri. E soprattutto detenendo il record del mondo in entrambe le specialità. Record che - sembra a guardare le gare - non ha voluto battere sebbene ne fosse in grado (come spiega un articolo sul numero di Focus in edicola fino al 12 agosto 2012).

Ma perché Bolt è così forte?

Qual è il segreto della velocità di Bolt? Perché è imbattibile e corre così veloce?

Un primo motivo risiede nella forma del suo corpo. O meglio, nelle sue spalle: perfettamente allineate alle anche. Una caratteristica che rende il corpo di Usain più efficiente dal punto di vista energetico. Anche le braccia sono speciali: muovendosi in sincrono con le gambe aiutano l’atleta giamaicano a non perdere l’equilibrio quando corre. Questo gli ha permesso di guadagnare i record mondiale di velocità sui 100 metri (9,58 secondi).

Un secondo motivo è nelle falcate: 41 sono quelle con cui Bolt ha percorso i 100 metri in pista a Londra: la media è di 2,44 metri a falcata. Imbattibile: i suoi competitori stanno sulle 45/48 falcate. La leggenda vuole che la sua forza sia il frutto di un’infanzia di stenti, quando per aiutare i suoi genitori era costretto a trasportare acqua per chilometri su chilometri.

Muscoli per correre

Durante uno sprint di Bolt ci sono più di 30 muscoli per gamba impegnati nella corsa. E questi muscoli, nel caso di Bolt, sono composti per il 90% di fibre a contrazione veloce, che lo rendono forte, scattante ed "esplosivo".

È una peculiarità dei corridori avere questo genere di fibre che si attivano immediatamente, sviluppano subito una forza incredibile, ma non sono adatte a lavorare a lungo: i top runner arrivano al massimo al 80%, mentre noi comuni mortali abbiamo una percentuale più o meno simile di fibre lente e veloci (50%-50%).

Bolt arriva al 90% e tenuto conto che la composizione delle fibre muscolari è genetica, si può dire che sia nato per correre (mentre noi per fare jogging).

Più alti, più scattanti

Anche l'altezza conta. Soprattutto in fase di partenza, quando con un baricentro più alto si è più scattanti. Questo è il motivo per cui, negli ultimi anni, l'altezza degli sprinter è andata crescendo. Bolt è alto 196 cm contro i 180 di Blake (secondo sia nei 100 che nei 200) e i 178 dell'altro giamaicano Weir, terzo nei 200.

Naturalmente questo aspetto, molto collegato all'uscita dai blocchi di partenza, può essere migliorato con l'allenamento e l'affinamento della tecnica.

A proposito di Giamaica

La Giamaica è la patria degli sprinter: con appena tre milioni di abitanti ha vinto 13 medaglie d'oro alle Olimpiadi nell'atletica leggera. Negli ultimi cinque anni, uomini e donne giamaicane hanno dominato i 100 metri.  Ma che cosa li rende così veloce? Esistono diverse ricerche e molte tesi al proposito. Eccone un riassunto.

Prima le leggende metropolitane: secondo il padre e una zia dell'atleta il segreto di Usain è la dieta ricca di yam, un tubero, simile a una grande patata molto diffuso in Giamaica. Lo yam starebbe a Bolt come gli spinaci a Braccio di Ferro. La spiegazione non è convincente: anche in Nigeria, Cameroun e Pakistan, dove il tubero è molto diffuso dovrebbero essere figli del vento. E non lo sono come lo sono invece i giamaicani.

Una seconda spiegazione - parziale ma più scientifica - affonda le sue radici nella genetica. Nel 2003 alcuni scienziati australiani hanno scoperto che esistono diverse varianti di un gene, chiamato ACTN3, che danno certi vantaggi nello sport.

La variante R, che è espressa nelle fibre muscolari a contrazione rapida, dà maggiore potenza e velocità; l’altra variante (X) invece dà maggiore resistenza ed è più facile trovarla nei maratoneti. Ebbene, la variante R è molto più comune tra la popolazione giamaicana e tra i discendenti delle popolazioni dell'Africa occidentale.

Fonte Focus.

Perché alla premiazione delle gare di canottaggio non si sale sul podio?




La mancanza di podio nelle gare di canottaggio è dovuta sia a motivi concettuali che ad esigenze pratiche. Nelle gare di canottaggio «l'obiettivo essenziale è raggiungere la cerimonia di premiazione. La tradizione del canottaggio impone che le medaglie vengano consegnate subito agli atleti, quando gli spettatori che hanno assistito alla gara hanno l'occasione di vederli da vicino, e quando i vincitori hanno ancora il fiatone dalla fatica» ha spiegato alla BBC Matt Smith, direttore esecutivo della Federazione Internazionale di Canottaggio.

Gli atleti, inoltre, nutrono un estremo rispetto per gli avversari, per questo l'unica distinzione tra i finalisti è nel colore della medaglia, ma non nell'altezza sul podio. Infine, i premiati potrebbero essere da 3 a 27 in base alla misura delle imbarcazioni. Farli accomodare tutti sul podio potrebbe risultare complicato.

Fonte Focus.

Che cosa sono quelle "scatole nere" che si vedono in mezzo al pubblico presente sugli spalti?




Potrebbe trattarsi dei cosiddetti "audience pixels". Si chiamano così i 70799 pannelli disseminati tra gli spalti, contenenti ciascuno 9 pixel LED (per una totale di 640 mila LED in tutto, controllati da un computer centrale). In alcuni momenti delle cerimonie olimpiche è stato - e verrà - chiesto al pubblico di sollevare lo schermo più vicino, per permettere agli effetti di luce (resi possibili da un sistema di 317 chilometri di cavi) di inondare lo stadio olimpico.

Coperte dalle cerate, questi schermi potrebbero essere confusi con piccole scatole.

Fonte Focus.

Perché alcuni nuotatori indossano due cuffie? Una non bastava?




Semplicemente, per tenere ben fermi gli occhialini. Alcuni nuotatori pensano che le cuffie in silicone non stiano perfettamente adese al cuoio capelluto, facendo di conseguenza scivolare via gli occhialini. Indossano quindi sotto una cuffia di gomma, che tenga fissi gli occhialini, e sopra quella in silicone, che ha il nome dell'atleta o la bandiera del suo paese, e che secondo alcuni ha un miglior impatto con l'acqua.

Fonte Focus.

Perché sul podio, il secondo e il terzo posto si trovano allo stesso livello?



Le direttive sull'altezza del podio sono a totale appannaggio del Comitato Olimpico Internazionale (CIO). Dai Giochi del 1932 le regole sono chiare: solo il primo posto, sul podio, merita una posizione sopraelevata, secondo e terzo si trovano invece allo stesso livello. Hanno fatto eccezione le olimpiadi di Mosca 1980, Sarajevo 1984, e Lillehammer 1994: in queste occasioni il secondo posto si trovava più in alto del terzo, ma nessuna giustificazione ufficiale è stata fornita.

Fonte Focus.