Qual è la composizione dei frammenti ritrovati in Russia? A che velocità
viaggiava? Perché non è stato possibile prevederne l'impatto?
Un cratere d'impatto lasciato da un frammento di meteorite sulla
superficie ghiacciata del Lago Chebarkul. Photo ITAR-TASS Itar-Tass
Photos/Newscom
I frammenti del meteorite che venerdì scorso ha colpito gli Urali, in
Russia (in particolare la città di Chelyabinsk) ferendo più di mille persone,
sono stati ritrovati ieri nelle vicinanze del Lago Chebarkul, nel quale era già
stato fotografato un cratere di 6 metri. Il meteorite, secondo i ricercatori
della Urals Federal University, sarebbe una condrite - come la maggior parte
dei frammenti di rocce spaziali che arrivano sulla Terra - composta per il 10%
di ferro.
I costi dell'impatto
Le autorità russe riportano danni di circa 33 milioni di dollari (oltre
24,5 milioni di euro): l'onda d'urto delle rocce spaziali avrebbe causato la
rottura di circa 200 mila metri quadrati di vetri. Secondo una stima del
magazine scientifico Discover, riportata dal giornalista Paolo Attivissimo nel
suo blog, non molto viene speso per difenderci dal rischio di caduta di
meteoriti: gli Stati Uniti, per esempio, vi investono un milionesimo del
proprio budget federale.
Il fenomeno in cifre
Secondo gli scienziati russi il meteorite pesava circa 10 tonnellate prima
di entrare nell'atmosfera terrestre, e viaggiava a circa 30 chilometri al
secondo; si sarebbe disintegrato a 30-50 km dal suolo. Ma la Nasa sostiene che
il meteorite fosse largo 17 metri e pesasse 10 mila tonnellate prima di entrare
in atmosfera e rilasciare - esplodendo - 300 chilotoni di energia. La bomba
atomica sganciata su Hiroshima nel '45 liberò 12-15 chilotoni.
Almeno 11 sensori della rete CTBTO (Comprehensive Nuclear Test Ban Treaty
Organization), che utilizza questi strumenti per monitorare eventuali
esplosioni nucleari o fenomeni esplosivi nell'atmosfera, hanno captato il boato
generato dal meteorite nella lunghezza d'onda dell'infrasuono (20 - 0.01 Hertz)
non udibile dall'uomo ma percepito e utilizzato da alcuni animali, come
elefanti e balene, per comunicare.
Perché nessuno l'aveva previsto?
Ma allora perché non siamo stati in grado di vedere il meteorite prima che
impattasse? Essenzialmente, spiegano gli esperti, perché non lo stavamo cercando.
Gli occhi degli scienziati erano puntati su 2012 DA1, che è stato comunque
difficile da trovare. Le chance di individuare un meteorite sono minime, anche
perché queste rocce sono molto scure. La maggior parte dei meteoriti riflette
solo il 2% della luce che li colpisce, e molti sono di materiale carbonaceo il
che li rende particolarmente scuri. Solo quando, entrando in atmosfera,
generano una scia infuocata divengono visibili. Ma a quel punto è troppo tardi.
Inoltre, accade spesso che meteoriti come quello disintegratosi sopra agli
Urali cadano sulla Terra. Ma è più facile, statisticamente, che impattino in
mare o in un'area desertica piuttosto che su un centro abitato: «Grosso modo
una volta all’anno si verifica in atmosfera un evento che libera un’energia
pari a quella della bomba di Hiroshima» spiega Giovanni Valsecchi, esperto di
meteoriti dell'INAF - IAPS di Roma. «E grosso modo una volta al mese un evento
che libera un’energia pari a circa un kiloton. Però noi non vediamo quasi mai
gli effetti di questi eventi perché la Terra è sostanzialmente spopolata.
Questa volta, invece, la meteora si è verificata sopra una regione abitata,
vicino a una città. Con alta probabilità, fra l'altro, di avere telecamere
puntate sul fenomeno, contribuendo così anche uno studio scientifico del
fenomeno».
Una pura coincidenza
La concomitanza con la caduta di 2012 DA14 sembra essere invece una
casualità: «A me sembra pura coincidenza» commenta Valsecchi «la meteora sulla
Russia si è verificata 16 ore prima del passaggio di DA14 attraverso
l’eclittica. Questo significa che le due orbite, in ogni caso, differirebbero
di 2/3 di grado in una certa variabile angolare: questo già ci dice qualcosa. E
soprattutto, il punto fondamentale è che questa meteora non viaggiava da sud
verso nord, come invece farebbe un’eventuale meteora associata a DA14».