Le
palline da tennis sono realizzate con una miscela di gomma, nerofumo, zolfo e
altri additivi di cui ogni azienda conserva gelosamente il segreto. Gli
ingredienti vengono mescolati insieme e modellati a caldo in stampi a forma di
semisfera cava. Le due semisfere, una volta staccate dallo stampo, vengono
rivestite con uno strato di colla: incollate a due a due - con un procedimento,
la vulcanizzazione, che le rende elastiche - formeranno la pallina. Il prodotto
grezzo viene poi cosparso di colla e rivestito con due linguette di feltro,
fatto per il 70 per cento di lana e per il resto di fibre sintetiche. Senza
questo rivestimento sarebbe impossibile giocare: la pallina infatti raggiunge,
all'uscita dalla racchetta dopo il servizio, anche i 230 km/h. Proprio grazie
al rivestimento, però, dopo il rimbalzo rallenta fino a 70-80 km/h, permettendo
agli avversari di rispondere. Inoltre il feltro accentua gli effetti che
vengono dati alla pallina dai giocatori.
Sotto
pressione. Le palline usate nei tornei ufficiali e dai giocatori
professionisti, a differenza di quelle normali, sono pressurizzate (a 2-2,5
atmosfere). Vengono prodotte in ambienti pressurizzati e sono confezionate in
“tubi” anch'essi pressurizzati. La pressione serve per ottenere un rimbalzo
adeguato: le regole internazionali impongono che la pallina, lasciata cadere da
un'altezza di 100 pollici (2,54 metri), debba avere un rimbalzo compreso tra
1,35 e 1,47 metri. Anche peso e diametro sono rigidamente stabiliti: tra 56,7 e
58,5 grammi e tra 6,35 e 6,67 cm.
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