La fortuna con il meteo non basta. Dietro a una missione come quella di
Felix Baumgartner ci sono almeno cinque tasselli che si devono incastrare alla
perfezione.
Scopri quali.
La delusione sul volto di Felix Baumgartner dopo il rinvio del lancio martedì 9 ottobre. Photo credit: Red Bull Stratos
Il vento, che con le sue raffiche ha fatto attorcigliare il delicatissimo
pallone aerostatico della missione Red Bull Stratos, è stato il principale
colpevole del doppio rinvio del lancio di Felix Baumgartner, martedì e
mercoledì scorso.
Il pallone - fatto di polietilene e 100 volte più sottile di un palloncino
di gomma - è estremamente delicato e qualunque danno al suo tessuto che
sopraggiungesse a un'altezza inferiore a 1200 metri potrebbe essere letale.
Sotto quella quota infatti, il paracadute di emergenza della capsula non farebbe
in tempo ad aprirsi completamente e Felix non avrebbe secondi a sufficienza per
uscire e mettersi in salvo.
Ma il meteo non è l'unica variabile che può far saltare una missione di
questa portata. Da quando nel 1960, il pilota dell'Air Force One Joe Kittinger
si paracadutò da 31,33 chilometri di altezza, nel corso del Progetto Excelsior,
sono stati molti i tentativi di battere il suo record. Ma nessuno, per varie
ragioni, è andato a buon fine.
Quali sono gli ingredienti necessari al successo di un'impresa tanto
rischiosa? Vediamoli insieme.
1. La tecnologia
Per prepararsi a un lancio da oltre 35 mila metri di quota sono necessarie
avanzate tecnologie di derivazione spaziale (tutto sull'attrezzatura di
Baumgartner a questo link). Innanzitutto, la capsula: quella che condurrà Felix
in quota ha uno spazio abitabile di solo 1,82 metri ma è fondamentale per
proteggere il recordman dalle condizioni vicine al vuoto. Nel 1960 Kittinger
utilizzò una "gondola", ossia un piccolo abitacolo aperto, ma in questo
caso l'altezza maggiore impone un'ulteriore protezione per il corpo del base
jumper. Capsula e paracadute sono stati progettati apposta per evitare che
Felix soffra i sintomi della decompressione in salita e perda il controllo del
proprio corpo, iniziando a roteare vorticosamente, durante la discesa. C'è poi
la tuta di volo: quella di Felix, adatta a mantenere stabili la sua temperatura
e pressione anche ai -32 °C che incontrerà al momento del lancio, è stata
appositamente progettata dalla David Clark Company, che produce anche le tute
spaziali per la NASA: per Baumgartner sono state previste, in via del tutto
eccezionale, giunture ultra mobili che permettano tutti i movimenti necessari
allo sky diving. La tecnologia più problematica è però quella alla base del pallone
aerostatico: molti progetti, come quelli del paracadutista francese Michel
Fournier (il quale più volte, gli scorsi anni, ha provato a battere il record
di Kittinger), sono falliti a causa di guasti al pallone. Quello di
Baumgartner, con una superficie pari a 22 campi da calcio, è 10 volte più
grande di quello di Kittinger e 3 di quello di Fournier, e una volta gonfiato
non può essere riutilizzato.
2. L'esperienza
Oltre a Felix, la missione Red Bull Stratos ha un altro asso nella manica:
Joe Kittinger, 84 anni, che ha accettato di buon grado, e per la prima volta
dalla fine della sua attività, di collaborare per la buona riuscita della
missione. La sua sarà l'unica voce a guidare Baumgartner durante l'ascesa nella
stratosfera. E non è poco dato che il pilota e paracadutista, oltre a detenere
il record di lancio dalla quota più alta, è stato anche la prima persona a
sorvolare in solitario l'Atlantico su un pallone ad elio. La sua presenza, ma
anche quella di esperti di voli e medicina spaziale, di collaudatori di volo e
professionisti dello skydiving, conferisce massima serietà alla missione che
non è affatto percepita come un semplice "stunt".
Guarda anche il video del tuffo di Kittinger nella stratosfera (la notizia
continua dopo il video):
3. Leadership
Una missione tanto complessa e rischiosa ha bisogno di un coordinamento
forte, di una figura che si prenda la responsabilità di trovare i migliori
professionisti da arruolare e rinviare se le cose si mettono male per non
mettere in pericolo la vita dello skydiver.
Art Thompson, vice presidente della Sage Cheshire Aerospace, una compagnia
che fornisce attrezzature spaziali e che si è occupata della realizzazione
della capsula, è stato il primo collaboratore di Baumgartner, l'ha aiutato a
organizzare la squadra ed è attualmente il direttore tecnico le programma.
4. Obiettivo
Per intraprendere un progetto come questo serve uno scopo concreto e
importante: quello di Kittinger, durante il Progetto Excelsior, era provare che
i piloti avrebbero potuto, in caso di emergenza, uscire dai velivoli in alta
quota e mettersi in salvo paracadutandosi al suolo. Una dimostrazione di vitale
importanza in quegli anni, quando con il Project Mercury, in una gara contro il
tempo con la Russia, ci si preparava a inviare i primi uomini nello spazio.
L'obiettivo della Red Bull Stratos è altrettanto ambizioso: «Ancora non
sappiamo che cosa può succedere al corpo umano quando supera la barriera del
suono senza un velivolo» ha detto il direttore medico della missione Jon Clark.
Baumgartner salterà da 36 mila 600 metri in condizioni vicino al vuoto.
Per i primi 20 secondi non avrà controllo delle sue manovre né del proprio
corpo. Dopo quel drammatico lasso di tempo cercherà di assumere una posizione a
45 gradi, a testa in giù, che ridurrà l'attrito e lo porterà a una velocità ai
1100 chilometri orari. Tempo 30, 40 secondi, romperà il muro del suono (1193,4
km/h). Finora c'è stata una sola persona che è passata da una velocità
supersonica a una subsonica sopravvivendo, un pilota militare di un ricognitore
strategico SR-71 Blackbird: il suo velivolo si guastò sopra il New Mexico. Ma
nessuno è ancora riuscito a passare da una velocità subsonica a una
supersonica, per poi tornare indietro.
Guarda anche il video della simulazione del lancio
5. Denaro
Inutile provare a immaginare quanto denaro occorra per finanziare
un'impresa di questa portata. La Red Bull non ha voluto rivelarlo, ma non sono
molte le compagnie che si sarebbero fatte carico di una missione dai costi
onerosi e dalla riuscita incerta. I costi, dicono gli esperti, sarebbero
comunque paragonabili a quelli sostenuti da altre, ambiziose esplorazioni
condotte quest'anno da imprese private, come la discesa di James Cameron nel
punto più profondo degli abissi o il successo della Space X nell'inviare la
capsula Dragon fino alla ISS.
Nessun commento:
Posta un commento