lunedì 15 ottobre 2012

iPhone 5 a rilento a causa dei controlli qualità



Chi va piano, va sano e va lontano. Apple evidentemente sta applicando questo vecchio adagio per realizzare i suoi nuovi iPhone 5. Sembra, infatti, che i ritardi nelle consegne siano provocati dai meticolosi controlli qualità.



"I graffietti dell'iPhone 5 sono costati ad Apple qualcosa come 60 miliardi di dollari"
 
Consegne in ritardo - Chi non ha avuto la pazienza di fare la fila lo scorso 28 settembre sa bene che il nuovo nato di casa Apple è subito diventato introvabile nella stragrande maggioranza dei negozi italiani. D’accordo, le vendite del primo giorno sono state da record e anche le prenotazioni sono andate a gonfia vele, ma suona quantomeno sospetto che in quasi tutto il mondo, a distanza di oltre due settimane dal lancio, le scorte di iPhone 5 non siano state ancora rinnovate.
Il mapsgate e i graffietti - Apriamo una parentesi: nello stesso periodo, si è fatto un gran parlare dei difetti della quinta generazione del melafonino, dalle mappe “fatte in casa” decisamente deludenti alla cornice in alluminio talmente fragile da presentare spesso piccoli graffi e scalfiture all’apertura della confezione originale. In verità, è proprio questo il motivo per cui Apple ha rallentato così sensibilmente il suo ritmo produttivo: il colosso californiano ha voluto rafforzare i controlli qualità, per garantire un prodotto impeccabile ai suoi clienti.
Più controlli = più lavoro - Dai piani alti di Cupertino, qualcuno avrebbe contattato i dirigenti di Foxconn - l’azienda cinese responsabile dell’assemblaggio dei nuovi melafonini - e avrebbe sollecitato controlli più accurati e approfonditi sui prodotti finali, prima della spedizione. Il diktat si sarebbe, poi, tramutato automaticamente in una richiesta di un ulteriore sforzo - soprattutto in termini di ore lavorative - da parte dei “soliti” instancabili lavoratori asiatici.
Sciopero o non sciopero - Sarebbe questa una delle motivazioni che avrebbero spinto oltre 3.000 dipendenti Foxconn a indire un fantomatico sciopero la scorsa settimana: in verità, nessuno ha la certezza che questo abbia avuto luogo davvero, ma resta il fatto che, dopo tutte queste indiscrezioni, l’agenzia canadese RBC Capital Markets ha rivisto al ribasso le sue stime riguardo le vendite dell’iPhone 5, che sono passate dai 57 milioni iniziali a “soli” 49 milioni.
Tutta colpa dei materiali - Non dimentichiamo, poi, che buona parte della colpa ricade sulla stessa Apple che ha scelto di produrre il suo nuovo smartphone adottando una speciale lega di alluminio anodizzato, che è sì leggerissima e molto malleabile, ma al tempo stesso fragile e soggetta a fastidiosi inestetismi, in particolare nella sua versione nera. E non siamo noi a sostenerlo, ma bensì una misteriosa talpa che avrebbe spifferato tutto agli esperti di Bloomberg.
Un difetto che costa caro - Le imperfezioni dell’iPhone 5, secondo la nota rivista finanziaria, sarebbero costate molto care ad Apple, le cui azioni in meno di un mese sono scese del 9% circa, provocando un’emorragia di capitali che rasenterebbe i 60 miliardi di dollari. Chi più spende, meno spende: questo è un altro adagio che, a questo punto, sarà diventato caro a Tim Cook e soci, visto che - oltre alle suddette perdite e al rallentamento delle vendite - avrebbero deciso di investire ingenti somme in una serie di apparecchiature da fornire a Foxconn per migliorare i suoi standard qualitativi.
Scegli la tua cover - In conclusione, se hai già acquistato un nuovo melafonino, oppure sei in procinto di farlo, ti consigliamo di proteggerlo adeguatamente, per evitare di incorrere in seri danni estetici permanenti. Apple non risponde neppure degli eventuali graffietti all’apertura della scatola, quindi è meglio attrezzarsi fin da subito: il web è pieno di cover per iPhone 5 di ogni tipo e materiale, ma se proprio vuoi stupire gli amici per originalità ed eleganza prova la custodia Little Black Book, fabbricata a mano dagli artigiani di Pad & Quill.

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